Restauro di mobili antichi a Genova

Restauro di mobili antichi a Genova

Il restauratore: falegname, lucidatore, scultore, doratore, laccatore

Il restauro del mobile antico consiste in una somma di interventi che vengono messi in atto dal restauratore per ripristinarne la funzionalità, l’integrità della decorazione e la resistenza agli agenti parassitari.

Il restauratore è un professionista esperto in diverse tecniche necessarie alla salute del mobile antico e raccoglie in sé le competenze che anticamente spettavano a diverse figure artigiane: è anzitutto un “ebanista” ovvero un falegname finito, in grado di costruire qualsiasi manufatto in legno. È un lucidatore: infatti lucida a spirito il mobile antico utilizzando vernice gommalacca, olio e altre resine con un procedimento antico centinaia di anni, fino a farlo diventare perfettamente brillante; Il restauratore sa anche scolpire e intarsiare, e sa posare la foglia d’oro, pertanto è anche un doratore; sa ritoccare il colore e conosce le tecniche pittoriche, quindi è anche un laccatore.

Inoltre alcuni restauratori hanno sviluppato competenze e conoscenze tali da farli configurare come veri e propri esperti del settore, capaci di produrre perizie dettagliate a uso di privati e tribunali. Altri ancora sono diventati insegnanti nelle scuole professionali del settore.

Ma come e quando è successo che tutte queste figure si sono riunite in una sola?

Fino ad alcuni decenni fa i laboratori artigiani erano veri e propri luoghi di produzione, dove le competenze di diversi operatori si univano per realizzare mobili, specchiere, cornici, statue; i conflitti mondiali e la successiva corsa alla industrializzazione hanno assestato un colpo fatale ai laboratori di ebanisteria, che si sono ridotti fino a scomparire nel corso degli anni ’80 del Novecento.

È sopravvissuta la figura dell’artigiano singolo, che ha ereditato su di sé tutte le competenze di quegli straordinari maestri che hanno creato quelle opere che ancora resistono agli strali del tempo.

La Carta del Restauro del 1972

Questa figura ha sviluppato una evoluzione successivamente alla alluvione di Firenze del 1966, quando la grande mole di lavoro che attendeva a cure straordinarie rese necessario configurare in modo professionale il restauro e il restauratore. Il materiale artistico alluvionato rese necessarie sia la manodopera di molti addetti al settore, sia una loro maggiore specializzazione in vista degli incarichi a venire negli anni successivi: fu redatto un testo da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, la Carta del Restauro 1972, avente forza di Legge, che disciplinava la materia riguardante le arti figurative sottoponendole a criteri analoghi a quelli che disciplinano il restauro architettonico.

L'importanza crescente delle Soprintendenze valse a identificare un centro di lavoro che tenesse le briglia di quell’enorme cantiere che rappresentava la Conservazione delle opere d’arte del Paese. Tutta la materia negli anni successivi continuò a essere oggetto di revisione e perfezionamento, pur se non si può nascondere che il sistema a tutt’oggi non sia esente da lacune e imperfezioni: io ritengo che possiamo imputare questi difetti a un atteggiamento eccessivamente distaccato dalla materia da parte dei funzionari che disciplinano il settore.

La Carta del Restauro fissa dei principi che dovrebbero essere considerati delle linee-guida per il lavoro dei restauratori: i concetti di salvaguardia e di restauro; la proibizione dei completamenti, delle rimozioni, delle demolizioni e delle alterazioni; l’uso dei materiali; il rispetto delle patine. La documentazione. La conservazione. Questi principi segnano un limite nei confronti dell’arbitrio e dell'approssimazione.
I principi che regolano il restauro architettonico e il restauro dei quadri valgono anche per il restauro del mobile antico.

Il mobile antico come una macchina

E tornando al mobile antico, come lo possiamo definire? A me piace pensare ad esso come a una macchina, ovvero un apparecchio dotato di più elementi, capace di eseguire un lavoro in modo efficiente e continuativo. Se pensiamo alla sedia o al cassettone, questa indole a svolgere un servizio ci appare in tutta evidenza.

Il mobile è costituito di più telai assemblati insieme. Un telaio semplice è un insieme di parti in legno collegate mediante incastri (tenoni e mortase) che realizzano una superficie costituita di un perimetro: la cornice è un esempio classico di questo tipo di costruzione. Questo insieme di telai viene arricchita con pannelli ed elementi accessori (cassetti o ante) fino a costituire un elemento complesso, il mobile, che svolge una funzione. In più è presente una decorazione che può essere più o meno articolata e sofisticata a seconda delle competenze artistiche dell’artigiano, della destinazione del mobile, del gusto dell’epoca e della zona di produzione.

Il mobile antico, essendo preposto all’esercizio di una funzione, è esposto a un logorio; il materiale di cui è composto è solido, e tuttavia essendo di origine organica presenta alcuni punti deboli: è aggredibile da agenti parassitari e ha una spiccata sensibilità alle variazioni di temperatura e di umidità. Inoltre le finiture che lo decorano, particolarmente la gommalacca, è sensibile alla luce e ai raggi UV-A.

Restauro Di Mobili Antichi Genova 01
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Questo fa sì che il mobile artistico abbia fisiologicamente bisogno di manutenzione. Se anticamente questo “tagliando” veniva eseguito dalla stessa officina che lo aveva costruito (le botteghe di ebanisti si tramandavano di padre in figlio per molte generazioni), oggi questo compito viene assolto dal restauratore, un artigiano “tuttofare” che riassume in sé tutte le competenze che necessitano di essere messe in opera per conservare il manufatto antico.

Grazie all’opera di questi artigiani invisibili, il mobile porta avanti la sua esistenza in vita per diversi secoli. Purtroppo a volte capita di imbattersi in mobili antichi che sono stati trattati da artigiani poco seri, i quali con la loro imperizia o inesperienza hanno cagionato alcuni danni: trasformazioni strutturali, amputazioni, modifiche estetiche, impoverimenti, distruzione delle patine. In questo caso si rende necessario lavorare un po’ di più per correggere quanto è stato fatto di sbagliato e ripristinare la integrità del pezzo; ciononostante a volte i danni possono anche essere irreparabili.

Per questo è sempre meglio rivolgersi a una persona competente, esaminare i suoi lavori recenti e verificare il suo curriculum, la sua professionalità: un mobile antico è un bene che ha un Valore, ma nelle mani sbagliate questo valore può andare perduto.

In questo campo non sempre il prezzo più basso corrisponde alla scelta migliore, così come non sempre il prezzo più alto rappresenti la scelta migliore.

I diversi interventi del restauratore

In sintesi, gli interventi che vengono eseguiti sul mobile antico sono anzitutto la disinfestazione dai parassiti (tarli); successivamente si procede alla riparazione delle parti meccaniche, alla ricostruzione dei pezzi andati perduti, all’incollaggio delle parti scollate. Poi viene messo in opera un maquillage estetico, attraverso la lucidatura a tampone mediante vernice gommalacca: una operazione molto lunga e delicata che conferisce alle superfici una brillantezza ambrata straordinaria, assolutamente inimitabile con altri procedimenti o vernici.

Vengono rivestite tutte le parti interne con carta di Firenze; vengono lucidate le maniglie e le parti in metallo (bronzi), vengono dorate quelle parti che erano originalmente decorate a oro. Vengono ritoccati i colori delle parti dipinte (laccate), se ve ne sono. Per dare un'occhiata ai vari interventi suggerisco una visita alla sezione dedicata ai servizi di restauro dei mobili antichi.

Alla fine, chiamiamo il cliente per organizzare la consegna e generalmente condividiamo con lui la soddisfazione per un lavoro realizzato a regola d’arte.
A chi non piacciono i complimenti, in fondo?

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Per informazioni o richiesta di preventivi senza impegno, rimando invece alla pagina dei contatti

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