Restauro Comodino in Stile Barocchetto Genovese in Palissandro

Restauro Comodino in Stile Barocchetto Genovese in Palissandro

Alla scoperta del Barocchetto a Genova

Restauro Comodino in Stile Barocchetto Genovese in Palissandro - PrimaOggi voglio dedicare questa mia nuova news al restauro comodino in stile Barocchetto in palissandro, un comodino entrato nella mia bottega di restauro mobili antichi Genova in condizioni davvero critiche.

Prima di addentrarci oltre in questo restauro, voglio dedicare qualche parola a questo stile, forse meno conosciuto dal grande pubblico rispetto a Barocco o al Rococò.

Il Barocchetto a Genova supera il gusto seicentesco attraverso una ritrovata leggerezza e una maggiore praticità e si adatta alle nuove esigenze dettate dal piacere del gioco, dal gusto per la conversazione, per i congressi musicali.

I modelli per la mobilia derivano nuovamente da Parigi attraverso la diffusione dei “cahiers” in tutta Europa. La realizzazione pratica era facilitata dalla varietà di essenze presenti sul territorio, per esempio noce, rovere, ulivo, ciliegio, carrubo in aggiunta alle essenze esotiche come palissandro, rosa, violetto noce d’india e un nuovo legno, il mogano.

È il trionfo delle curve e delle controcurve, sia sul fronte che sui fianchi. Ogni spigolo è abolito, e le gambe “a la cabriole” ricevono un nuovo slancio.

Anche nei bronzi come nei legni, la maestria genovese si ispira ai modi di Parigi, ma li reinterpreta attraverso un sentire più modesto e meno esuberante: è noto che il genovese non ami gli eccessi.

Sulle superfici anteriori e laterali compare un fiore dai lobi cuoriformi che spesso moltiplica i suoi petali: è il quadrifoglio, unicità del Barocchetto genovese.

Accanto al cassettone e al bureau nel Settecento trova spazio il tavolino da notte o comodino, come quello la cui cura che mi è capitata in sorte, come fra poco vedremo. Il “ghirindun” è un mobiletto leggero e maneggevole e si può collocare anche in un salotto; un piccolo tiretto nascosto in un fianco può ospitare un paio di libri. Ha un piano in marmo colorato che può accogliere una tazza di tè caldo. Le maniglie sui fianchi sono in bronzo finemente cesellato.

Il Barocchetto si impone a Genova a partire dal 1730 e ne decora le case patrizie fino al giungere del Neoclassico che rivoluzionerà le linee della ebanisteria e della architettura a partire dal 1770 circa.

Comodino lastronato tutto da sistemare

Torniamo adesso al nostro comodino in palissandro e alle sue condizioni. Il comodino appartiene alla ebanisteria genovese del Luigi XV (1730-1770) ed è un mobile lastronato, lavorazione tipica del Barocchetto italiano.

Come accade spesso ai mobili lastronati (decorati con un rivestimento in legno nobile, spesso di importazione) una parte consistente delle parti applicate era sollevata, ovvero scollata e in procinto di distaccarsi definitivamente dal supporto. Nel caso di questo comodino, un’alta percentuale della copertura originaria era ormai andata irrimediabilmente perduta nel corso dei secoli, ma i bravissimi proprietari erano riusciti a salvarne e recuperarne una piccola parte.

Questo fenomeno del distacco accade spesso quando il mobile antico viene esposto a fonti di calore oppure a un eccesso di aria secca; in queste condizioni la colla che conserva ben attaccata la lastronatura al supporto si cristallizza e perde di forza, lasciando cadere a terra il pezzo di legno. A volte questo pezzetto viene identificato e conservato, altre volte finisce nel sacchetto dell’aspirapolvere, andando definitivamente perso.

La perdita di materiale originale determina una perdita di valore del pezzo, e anche per questo motivo conviene intervenire per tempo; nonostante il restauro sia un intervento di conservazione, se comporta integrazioni è considerato un elemento che causa degrado economico. Queste sono ovviamente le considerazioni che farebbe un perito antiquario.

Veniamo invece alle intenzioni del restauratore, in questo caso il sottoscritto: voglio salvare il mobile antico e tenerlo in vita ancora molti anni.

Nella prima parte del restauro comodino in stile Barocchetto mi sono occupato di incollare tutti quei lastroni che si erano sollevati o la cui tenuta era critica. Come facciamo a sapere quali sono i pezzi che dobbiamo consolidare e che richiedono quindi un nostro intervento? Dobbiamo semplicemente “picchiettare” la superficie del mobile con la punta del dito: in questo modo ci accorgiamo delle parti dove la colla si è seccata e ha creato una sacca d’aria.

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Identificato il pezzo che reclama aiuto, lo stacchiamo, lo ripuliamo dalla vecchia colla e lo incolliamo nuovamente con colla animale mettendolo in pressione. Questo intervento è stato ripetuto per un certo numero di lastroni, non pochi.

In un secondo momento ho riposizionato quei pezzi che il Cliente era riuscito a recuperare e conservare: suggerisco sempre ai miei Clienti di seguire questo comportamento per conservare il più possibile le parti originali del mobile antico. Anche i pezzi più piccoli sono importanti.

L’ultima parte del consolidamento ha riguardato le parti mancanti: purtroppo erano molte e mi hanno costretto a un massiccio intervento, specialmente nelle parti di angolo del mobile, dove piccoli pezzi di palissandro sono incastonati “di testa” come si suol dire in antiquariato, ovvero con una specifica posizione che richiede un taglio particolare.

Terminata questa lunga e minuziosa fase, ho lucidato le splendide maniglie in bronzo e ho rinfrescato la lucidatura del comodino barocchetto senza rimuoverne la preziosa patina, e correggendo ove necessario la pigmentazione dello stesso.

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Conservare parti originali per preservare il valore del mobile antico

Questo restauro comodino in stile Barocchetto è stato improntato il più possibile alla conservazione delle parti originali e della patina del mobile: la mia intenzione, concordata con il Cliente, era quella di conservare il valore del pezzo attraverso un restauro conservativo.

Un intervento di questo tipo lascia adito ad alcune piccole imperfezioni, come alcuni scalini fra i lastroni; se avessi optato per un restauro commerciale, queste imperfezioni sarebbero sparite, tuttavia avremmo dovuto sacrificare la patina del mobile, ovvero quella “colorazione” naturale che il tempo attribuisce al legno e che rappresenta uno degli elementi principali di valore del mobile antico.

Quando è possibile, io sono dell’idea che la patina vada assolutamente protetta e preservata: in questo caso sono certo di avere fatto la scelta più opportuna.

Al termine del restauro, ci siamo resi conto che avevamo salvato la vita a un mobile importante e molto bello che ha quasi trecento anni di età, e lo abbiamo fatto tenendo presente alcuni principi di conservazione e di protezione del valore commerciale e artistico del mobile, ottenendo il risultato migliore possibile che si poteva raggiungere. Una bella soddisfazione, soprattutto vedendo la gioia del Cliente quando ha finalmente visto il risultato finale.

Restaurare mobili antichi non vuol solo dire rimetterli in sesto in ogni modo possibile, ma avere la sensibilità di comprendere quando è opportuno preservare la patina che si crea e optare per un restauro conservativo (accettando così piccole ma interessanti imperfezioni), a scapito di un restauro commerciale che andrebbe a influire negativamente sul valore del mobile antico.

Anche durante i miei corsi di restauro cerco di comunicare queste finezze, facendo capire ai miei corsisti che prima di mettere le mani su un mobile antico è importante analizzarlo, studiarlo e comprendere in pieno quali sono gli interventi da mettere in atto.

Per maggiori informazioni ti consiglio di consultare la sezione dedicata ai miei servizi, oppure puoi contattarmi nella mia bottega di restauro Genova.

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