Ricostruzione parti mancanti di una margherita di legno

Ricostruzione parti mancanti di una margherita di legno

Non solo mobili antichi presso la Bottega dei Miracoli!

Ricostruzione parti mancanti di un oggetto intagliato nel legno: questa è l’ultima sfida che si è presentata nella mia bottega di restauro a Genova. Più volte nel mio blog ho parlato di come ho restaurato tavoli, sedie, consolle e tanto altro, ma sarebbe un grande errore credere che nella mia bottega entrino solo mobili.

Ogni tanto posso dedicare le mie cure e le mie attenzioni ad oggetti molto particolari: oggi voglio parlarti di come ho ricostruito parti mancanti di una composizione intagliata nel legno rappresentante una bellissima margherita.

Piccoli oggetti in legno da restaurare

Poco tempo fa è arrivata nella mia bottega una margherita intagliata nel legno e decorata con una bella doratura a guazzo. Immagino le tue perplessità: una margherita di legno? A cosa poteva servire?

Molto probabilmente questo era uno dei tanti elementi decorativi di un manufatto decisamente più grande, per esempio una specchiera, o un letto. Prima di procedere a qualsiasi intervento ho preferito analizzare la margherita: i particolari, la raffinatezza dell’intaglio e il tipo di doratura mi hanno portato a pensare che l’oggetto risalisse al XVIII secolo.

Dopo essere stata separata dal suo contesto, la margherita è stata trasformata in una applique a tre luci. Questi interventi di frammentazione di un manufatto erano all’ordine del giorno nel Novecento. Smembrare un mobile in questo modo consentiva a commercianti privi di scrupoli di aumentare le loro possibilità di guadagno, poco importava se per farlo snaturavano un mobile antico.

Preferisco non soffermarmi troppo sui numerosi scempi e dei danni irreversibili che sono stati compiuti in nome del guadagno. La storia dell’antiquariato è composta anche da questi momenti che non esito a definire bui.

Torniamo alla nostra margherita intagliata nel legno e al motivo per cui è stata portata dal suo proprietario presso la mia bottega di restauro. Questo bellissimo fiore non era integro, ma mancavano alcuni frammenti in due petali. Il mio compito era quello di procedere con la ricostruzione parti mancanti e dorarle con foglia d’oro 22 carati.

Per la ricostruzione ho utilizzato del legno dolce seguendo un preciso procedimento. Per prima cosa ho preso la sagoma dei petali rimasti integri e ho riportato la “sesta” (sagoma) su blocchetti di tiglio stagionato del giusto spessore (4 mm). Queste sagome sono state successivamente ritagliate con l’ausilio di una sega a traforo e incollati sui petali lesionati.

Facile vero? A parole certamente, ma nella pratica questi step hanno richiesto duro lavoro, grande attenzione e tantissima precisione. Se avessi sbagliato anche un solo millimetro il risultato finale ne avrebbe risentito e avrei dovuto ripetere l’intero procedimento. Il restauro è un’arte dove la passione e la precisione vanno di pari passo.

Contrariamente a quanto si possa pensare, il momento più difficile doveva ancora arrivare. Dopo aver incollato i pezzi mancanti sui petali mi sono dedicato a riprodurre assai fedelmente il disegno naturalistico presente su tutti i petali della nostra margherita. La mia riproduzione doveva essere perfetta in modo da potersi mimetizzare con gli intagli originali.

Per questo lavoro mi sono preso il tempo necessario: ho voluto studiare ogni disegno, ogni curva e ogni forma. La loro perfetta riproduzione era essenziale per la riuscita dell’intero lavoro. Dopo ore di concentrazione sono riuscito ad ottenere un risultato di tutto rispetto: la mia riproduzione era assolutamente fedele all’originale e mai nessuno avrebbe potuto notare la differenza.

Quello che mi rimaneva da fare era la doratura, il tocco finale per rendere perfetta questa margherita. All’interno del mio blog ho parlato più e più volte della doratura e di come restauro oggetti dorati antichi, ma, come dicevano gli antichi, repetita iuvant, ovvero “le cose ripetute aiutano”.

Il procedimento si compone di diversi step: stesura del gesso, applicazione del bolo e inserimento della foglia d’oro. Al fine di ottenere un risultato omogeneo ho provveduto a camuffare al meglio i nuovi inserti, per evitare che si notasse l’intervento dell’uomo contemporaneo.

Al termine di ogni lavoro faccio un passo indietro e mi godo il risultato ottenuto: dopo tanto duro lavoro, pazienza e tantissima precisione la margherita è nuovamente integra e ha recuperato il suo antico splendore. Era finalmente pronta per tornare a casa!

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Resine legno: alcune considerazioni professionali!

Come destreggiarsi in un mondo ricco di resine legno? Quando ho il piacere di ospitare nella mia bottega di restauro a Genova dei tirocinanti insisto spesso sull’importanza del lavoro di intaglio e mi soffermo a parlare delle resine legno.

In commercio esistono tantissime resine sintetiche plasmabili che possono rendere superfluo il complicato lavoro di intaglio. Se si ricerca un lavoro curato nei minimi dettagli non si deve sempre propendere per la strada più facile e veloce.

Prendiamo come esempio il lavoro eseguito sulla margherita di legno. I petali erano talmente sottili (appena 4 mm!) e delicati che una comune resina sintetica non avrebbe potuto realizzare la tensione e la compattezza che la fibra del legno può garantire; il risultato finale ne avrebbe enormemente risentito.

Esiste anche un secondo motivo per cui scoraggio i miei tirocinanti a optare per le resine sintetiche. Molte persone tendono ad utilizzare queste resine legno di nuova generazione perché facili da utilizzare ed evitano il lavoro di intaglio, tuttavia non sappiamo come questo prodotto nuovo reagisca nel lungo periodo con un legno antico.

Oggi non sappiamo a quali risultati porterà questa coabitazione: per avere qualche informazione a riguardo dovremmo osservare il risultato tra ottant’anni e capiremmo se si è rivelato saggio sostituire un materiale come il legno con un prodotto completamente sintetico e nuovo.

Quando spiego queste problematiche faccio riferimento a un’altra coabitazione decisamente negativa, ovvero quella tra le colle viniliche e i manufatti antichi in legno. Sono il primo a sostenere che queste colle funzionano alla perfezione sugli oggetti nuovi, ma su quelli antichi creano grossi problemi di reversibilità e troppo spesso arrivano a danneggiare la fibra di legno con cui sono in contatto.

L’alternativa alle colle viniliche? La colla d’ossa. Questa sostanza è reversibile, non danneggia il legno e viene usata dagli ebanisti sin dai tempi antichi.

Ormai avrai capito che a livello professionale sono un vero e proprio conservatore. Ammiro le tecniche tramandate nei secoli dagli antichi ebanisti, apprezzo i loro lavori minuziosi e precisi e amo ricorrere a metodologie e materiali noti per restaurare i manufatti dei miei clienti.

Ogni oggetto che entra nel mio laboratorio riceverà da me le migliori cure apprese in anni e anni di esperienza e passione. Se ricorrere a prodotti e materiali innovativi non ancora sufficientemente testati vuole dire rischiare di rovinare irrimediabilmente un manufatto preferisco seguire la strada nota, un percorso che mi conduce sempre a eccellenti risultati!

Chi ama i mobili e i manufatti antichi come il sottoscritto non può accettare di scendere a compromessi con il rischio di deturpare per sempre un pezzo di storia.

Durante le pause pranzo mi capita di perdermi nei miei pensieri e di immaginare il futuro. Magari tra ottant’anni un restauratore prenderà in mano un oggetto restaurato dal sottoscritto e analizzandolo esclamerà: “Questo tizio ci sapeva davvero fare!”. Piccoli pensieri su cui è sempre dolce indugiare.

Se anche tu apprezzi i lavori ben fatti e portati a termine con tanta passione e attenzione contattami, o vieni a trovarmi nella mia bottega di restauro a Genova.

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